Volla. Crisi Politica, 4 dissidenti replicano a Guadagno: Non siamo traditori, ma salvaguardiamo l’interesse pubblico

volla municipio comune

Volla (Na). – Non accettano l’accusa di traditori i 4 dissidenti della maggioranza che sostiene Angelo Guadagno, gli stessi  spiegano,  in un    comunicato stampa  inviato in redazione,  le loro ragioni politiche: puntano la loro azione sul confronto con la maggioranza ed il sindaco – mai esistito – e sulla previsione di un bilancio che vada a tutelare l’interesse pubblico – questo sconosciuto – .   I  quattro consiglieri comunali  -Luigi Petrone, Pasquale Montanino, Ivan Aprea e Maria Rosaria Buonocore -  hanno preso la distanza dal sindaco Guadagno e dalla sua maggioranza nell’ultimo consiglio comunale, facendo, di fatto scappare, dall’assise cittadina il sindaco, per poi dimettersi, prima dell’approvazione del bilancio di previsione. Quindi, i consiglieri comunali fuoriusciti dalla coalizione di maggioranza confermano – nella nota stampa –  la loro volontà di non votare il bilancio, fatto politico che manda in tilt i piani di Angelo Guadagno, che con le dimissioni rassegnate , da ritirare nel giro di venti giorni, puntava sul dietrfront dei consiglieri comunali in dissenso.

Il bilancio di previsione per passare deve incassare 9 voti, attualmente Guadagno ne vanta 7 :  5 arrivano  dai consiglieri del PD, uno dal sindaco stesso  ed uno dall’indipendente Giovannone Riccio.  In barba alla volontà popolare che ha voluto Guadagno a governare la città con una coalizione di centrosinistra lo stesso sindaco, pur di mantenersi la comoda poltrona di Palazzo Città, sta contattando i consiglieri comunali di tutte le aree politiche, per creare una nuova maggioranza. Un secco ed irrimediabile no è arrivato da Salvatore Ricci (Forza Italia), Giuseppe Annone ( Fratelli d’Italia) , Andrea Viscovo (Noi – Sud) e Luciano Manfellotti ( I Democratici). Quindi, Angelo Guadagno è vincolato dalla volontà di Gennaro De Simone (Forza Italia) e Pasquale Petrone(UDC), se uno dei due non accetta le lusinghe di Guadagno, il sindaco deve lasciare definitivamente la poltrona di primo cittadino, che dopo un periodo di commissariamento prefettizio, si arriverà a celebrare  le nuove elezioni comunali in primavera.

Di seguito il comunicato stampa dei consiglieri comunali uigi Petrone, Ivan Aprea, Pasquale Montanino e Mario Rosaria Buonocore: Sentiamo l’esigenza di replicare ad accuse infondate che sono state mosse nei nostri confronti dal Sindaco Angelo Guadagno, a mezzo stampa,   e dalle quali ci  sorpende, soprattutto,  il passaggio in cui  ci definisce “traditori”.

Così come Il Sindaco ritiene che “la gente deve sapere”, fornendo, tuttavia, una versione dei fatti arbitraria e non veritiera, allo stesso modo noi, oggi, siamo spinti dalla stessa e uguale esigenza, vale a dire quella di rendere la verità dei fatti alla comunità di modo che sarà poi quest’ultima a giudicare se il nostro gesto vada ascritto nel grave comportamento di un tradimento o, molto più verosimilmente, vada ritenuto come l’ultimo ed stremo tentativo di aprire con il Sindaco un confronto necessario che chiediamo oramai da tempo e sempre ignorato.

Il Bilancio è necessariamente un atto partecipato di democrazia nel quale confluiscono le istanze e le esigenze della collettività di cui i Consiglieri Comunali sono portavoce.

E’ proprio il nostro senso di condivisione e di partecipazione attiva che ci ha sempre sospinto ad una continua e accesa discussione  con il Sindaco al fine di incidere nelle scelte che sarebbero confluite poi nel Bilancio.

Un Bilancio non condiviso non può essere approvato. Un Bilancio che non esprima la pluralità degli interessi collettivi non può giammai essere un bene per paese. Un Bilancio dal quale siamo stati esclusi non può essere oggetto di approvazione unanime.

Ci saremmo resi complici e prestato il fianco a un comportamento politico che ci ha sempre visti esclusi dal banco delle programmazioni. Quello che il Sindaco definisce un “agguato politico” non è altro che un atto doveroso e significativo adottato con coraggio e con tutt’altra approssimazione a cui egli stesso ci ha indotto ignorando, fino a quel momento, tutte le continue sollecitazioni promosse.Convocarci a pochi giorni dalla discussione del Bilancio in Consiglio, già approvato in Giunta, serviva solo ad assicurarsi il consenso per la prosecuzione del mandato sindacale. E’ stato un atto irresponsabile e approssimativo di chi, improvvisamente, si ricorda di dover condividere le scelte politiche. Il tradimento di cui ci accusa il Sindaco, è un atto infimo e irresponsabile da cui noi prendiamo ogni distanza.

Un Bilancio definito non congruo dai Revisori dei Conti e dal Segretario generale non può essere approvato. Tradire significa contravvenire a scelte cristallizate in accordi maturate sotto la vigenza di un continuo e costruttivo confronto e consolidatesi, infine, in accordi che in politica sono al servizio della cittadinanza.Questo significa tradire. Noi invece riteniamo di non aver tradito nessun accordo, perché nessun accordo vi è mai stato, nessuna scelta è stata mai condivisa, discussa, accettata. Anzi, ci sentiamo noi defraudati del nostro diritto di partecipazione, ci sentiamo messi da parte, non ascoltati, ignorati e pertanto non abbiamo avuto altra scelta che non quella, a nostro avviso, responsabile e coscienziosa, di non condividere un atto che di fatto non può in nessun modo considerarsi un atto condiviso, E’ proprio in nome del principio della massima condivisione che siamo stati costretti, stante il continuo ignoraci del Sindaco, e nostro malgrado, a trasportare questo stesso dissenso nella sede istituzionale del Consiglio comunale.

Non a caso, infatti, e con fare responsabile, abbiamo dimostrato il nostro disaccordo sin dal momento dell’approvazione del piano triennale, lanciando, in tal modo un segnale chiaro al Sindaco sulle sorti dell’approvazione successiva ed avente ad oggetto il Bilancio.

Se davvero, come egli dice, avessimo agito con finalità di agguato, ci saremmo riservati il dissenso solo in sede di approvazione del Bilancio, mettendo le sorti del Comune di Volla nella obbigata scelta del commissariamento.

Alla luce di quanto precede, varrebbe allora la pena chiedersi, e non certo per rispondere con la stessa moneta alle accuse del Sindaco dalle quali pure ci sentiamo profondamente offesi, chi sia il vero traditore, chi sia colui che, pur avendo continuamente millantato e assicurato di ascoltare le nostre istanze, le abbia sempre e puntualmente ignorate, chi sia, in definitiva, colui che abbia realmente esposto la collettività ad una crisi politica.”

il direttore Gaetano Busiello

 

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