Pioggia in Groenlandia il 14 agosto scorso, fatto mai accaduto prima

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Il 14 agosto è piovuto sulla punta della calotta glaciale della Groenlandia: un evento che non si è mai verificato dagli anni ’80, ma secondo alcune simulazioni nemmeno prima. Ancora un altro segno che qualcosa sta per cambiare per il peggio nell’Artico, dove la temperatura sta crescendo più velocemente che in qualsiasi altra parte del mondo.

La stazione Summit che ha registrato l’evento meteorologico si trova a circa 800 chilometri a nord del Circolo Polare Artico e oltre 3.000 metri sul livello del mare: non è stata solo qualche goccia, ma un forte rovescio della durata di diverse ore. Qui è molto raro che il termometro superi lo zero: prima del 21° secolo, ciò era successo solo sei volte in duemila anni. Durante gli ultimi dieci anni, sono state registrate temperature superiori a 0°C tre volte: nel 2012, 2019 e quest’anno.

La pioggia si è formata a causa del movimento di una corrente a getto che si è spostata da sud a nord-est del Canada, portando aria a bassa pressione più calda dalla quale ha raccolto calore e vapore. La corrente “riscaldata” si è spostata quindi verso nord, causando un aumento della temperatura dell’aria e precipitazioni. Secondo alcuni esperti, questi movimenti delle correnti a getto potrebbero essere le conseguenze del cambiamento climatico, ma il dibattito rimane aperto.

La calotta glaciale della Groenlandia raggiunge uno spessore di 3.000 metri e copre un’area di circa 650.000 chilometri quadrati: negli ultimi decenni il tasso di scioglimento del ghiaccio è aumentato, contribuendo all’innalzamento del livello del mare. L’area della zona polare guadagna massa anno dopo anno perché l’accumulo di neve è maggiore dello scioglimento superficiale. Tuttavia, la perdita di ghiaccio è complessivamente maggiore della massa di neve: negli ultimi vent’anni la Groenlandia ha perso circa 300 tonnellate di ghiaccio all’anno e la situazione è peggiorata. Dobbiamo fare la nostra parte e ridurre le emissioni di gas serra prima che sia troppo tardi.

 

 

a cura di Luisa Ramaglia

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