Riprese video negate al Direttore, querelati Presidente del Consiglio Comunale e i due poliziotti municipali in servizio

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Cari lettori, stiamo vivendo un momento molto buio per le istituzioni vesuviane, la “violenta” censura subita dal sottoscritto, impedendomi di riprendere in video uno spezzone del consiglio   comunale di Cercola,  rappresenta la punta dell’iceberg  di un sistema politico/istituzionale malato: dentro al quale anche un principio costituzionalmente garantito – libertà di stampa – viene negato incredibilmente, senza che nessun rappresentate pubblico del territorio si ponga una riflessione seria e credibile sulla questione.

In tanti sapete, perchè sono state migliaia  le letture del mio articolo che raccontò – 30 marzo 2019 – dei fatti accaduti, dovettero intervenire le forze dell’ordine, su disposizione del Presidente del Consiglio Comunale Luigi Sorrentino : i due poliziotti municipali mi  tennero “sotto osservazione” – posizionandosi ai lati della seduta – per 40 minuti, negandomi la facoltà di  utilizzare il mio telefonino, “innocuo” arnese del mestiere di giornalista,   fino al momento dell’arrivo dei militari dell’Arma dei Carabinieri: mi trovarono allo stesso posto e mi invitarono fuori dall’aula consiliare. Alchè decisi di andare via perchè si dispose per la censura: niente videoriprese.

Lo scorso 2 aprile 2019 mi sono recato presso la Tenenza dei Carabinieri di Cercola ed ho presentato un esposto/querela,  chiedendo  istanza di punizione nei confronti di Luigi Sorrentino, attuale presidente del consiglio comunale e   dei due poliziotti municipali incaricati di espletare il servizio d’ordine per lo svolgimento del consiglio comunale, per il reato di abuso di ufficio  punito con l’articolo 323 del Codice Penale. Nel corso delle indagini, durante le quali fornirò precise prove documentali sull’accaduto al magistrato, ove dovrebbero emergere altre ipotesi di reati,  ho chiesto formalmente  che vengano, comunque, perseguiti.  Il principio costituzionale contenuto all’art. 21, comma 2, della Costituzione, caposaldo della nostra democrazia repubblicana,  va salvaguardato,  anche in sede giudiziaria, ribadendo quanto segue: “… La Stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”

Non arretrerò di  un millimetro, ma avanzerò di chilometri sul fronte delle inchieste giornalistiche che ho aperto sul territorio: clientele politiche, attenzione sugli appalti, speculazione edilizia nelle aree ad interesse pubblico, l’ex brigatismo rosso che entra negli eventi istituzionali, la poca trasparenza nell’ambito sociale n.24 e nel consorzio cimiteriale.

il direttore Gaetano Busiello

 

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