Rocca di Papa. Chiusura Casa di Cura San Raffaele, i lavoratori in rivolta: Giù le mani dalla clinica

alessandro calicchia san raffaele rocca di pApa rappresentante CISL

Rocca di Papa (Roma). – Ricevo e con il cuore pubblico questa lettera, nella speranza che chi possa si attivi quanto prima…. A cura di Cristiana Zarneri

“Nel silenzio assordante delle istituzioni la Casa di Cura San Raffaele -  Rocca di Papa chiuderà i battenti nel giro di pochi giorni.
Una struttura accreditata e convenzionata con il SSN operante su questo territorio da oltre 30 anni, lascerà sul campo, nel nome di una politica regionale scellerata e di tagli Lineari imposti dal governo tecnico nella persona del commissario ad acta alla Sanità regionale del lazio Enrico Bondi 255 posti letto di cui 95 di lungodegenzamedica, 80 di RSA, 16 di Hospice residenziale e 64 di Hospice domiciliare.

Nella struttura siamo presenti 206 lavoratori e nella giornata odierna abbiamo ricevuto la lettera di preavviso di licenziamento per cessazione di attività.
Non riceviamo lo stipendio da tre mesi ma nonostante ciò, tra enormi difficoltà, stiamo garantendo l’assistenza a tutti i pazienti della struttura.
Questa situazione ci sta massacrando,  ma lotteremo fino all’estremo delle nostre forze in difesa del nostro posto di lavoro, della nostra dignità, delle nostre famiglie e dei nostri figlie a tutela del diritto alla salute dei cittadini.

Non lasciamo impunemente che altri siano a decidere il nostro futuro, combattiamo tutti insieme, lavoratori e cittadini per una sanità migliore che tagli agli sprechi e non penalizzi solo gli anelli deboli della catena cioè gli operatori e gli utenti dei servizi. Sosteneteci e solidarizzate con noi in questa grande battaglia di civiltà, GIU’ LE MANI DAL SAN RAFFAELE di ROCCA di PAPA.

I lavoratori del San Raffaele Rocca di Papa
Il rappresentante responsabile aziendale San Raffaela Rocca di Papa – Calicchia Alessandro – rappresentante della Cisl (Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori) Rocca di Papa

1 Commento

  1. nadia rufini scrive:

    cosa abbiamo da commentare nel Lazio? sperare di morire in fretta? senza bisogno di ricoveri ospedalieri? cosa sarà de pazienti di questi ospedali e di chi si occupava di loro’? DI NOI CHE NON POTREMO ACCEDERE A CURE RIABILITATIVE’? a chi dovremo rivolgerci? e i malati terminali di cancro, anche loro a chi? e dei degenti anziani Chi si occuperà di loro? e dei soldi spsi in tutti questi anni per rendere gli ospedali in grado di cure efficaci? saranno svenduti? tante, troppe domande mi affollano la mente..grazie signori della politica, che da decenni ha perso il suo ruolo. La politica non è politica se vive solo per l’interesse proprio, la politica è tale quando è al servizio del cittadino.

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