Sant’Anastasia. Auschwitz, incontro a scuola con Piero Terracina

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Sant’Anastasia (Na). – Esiste un limite alla credibilità dell’orrore? Con questo titolo, il “Laboratorio del pensiero” – un misto di biblioteca, sala lettura e sala incontro per alunni e professori, istituito dalla Dirigente Angela De Falco presso l’Istituto Comprensivo Sant’Anastasia 4, in un ampio locale della nuova scuola elementare di via Rosanea – ha presentato l’incontro di studenti delle classi terze con Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz durante la seconda guerra mondiale. Un incontro al quale hanno partecipato il Sindaco Carmine Esposito, esponenti della Giunta e del Consiglio Comunale, genitori e tutto il corpo docente.

Alla calorosa accoglienza riservata dalla sala piena di alunni all’ospite, ha, poco dopo, fatto seguito un silenzio profondo. “Raccontare la distruzione di un’etnia, ricordare i fatti precedenti la guerra e poi Auschwitz è parlare dell’inferno”. Ha così esordito Piero Terracina, entrando poi nei particolari della Storia e della storia della sua famiglia numerosa, deportata ad Auschwitz in treno e mai tornata. Quando tutto finì, si ritrovò solo. Unico sopravvissuto dei suoi cari, arrestati in casa mentre “festeggiavamo una ricorrenza ebraica, con noi c’era anche uno zio cha aveva lasciato il suo rifugio per salutarci. Pensavamo di essere al sicuro, non siamo mai stati scoperti, nemmeno quando uscivamo a commerciare per vivere, poi insieme ai tedeschi vidi una persona e capii che eravamo stati venduti per 5mila lire. Otto di noi, 40mila lire. Allora era una cifra importante, ma era più importante della nostra vita? Quella “vendita” ha mandato alcuni dei miei cari direttamente alle camere a gas ed agli inceneritori di Auschwitz. Dall’inferno – racconta Piero Terracina – pochissimi ne siamo usciti vivi e, anche se con dolore e commozione, sento il dovere di ricordare, di avere memoria di quanto è successo, della volontà stabilita con leggi di eliminare diritti per gli ebrei come lo studio, delle scuole private-clandestine che in poco tempo il mio popolo dovette organizzare, della dignità e preparazione dei nostri professori, della povertà, del “folle” entusiasmo degli italiani nelle piazze all’annuncio della dichiarazione di guerra, degli assassinii sotto i miei occhi, del treno che ha portato noi, stipati peggio delle bestie, al campo di concentramento. Oggi è un giorno di memoria di un inferno, ma è importante parlarne, raccontare e per voi ragazzi conoscere e studiare la vera storia, perché non accadano più eventi simili ed atrocità che, purtroppo, anche le guerre moderne testimoniano”.

“Siamo stati a “contatto” con l’orrore e il dolore, con la testimonianza autentica, vera quanto straziante di Piero Terracina. Quello proposto dal “Laboratorio del Pensiero” – afferma Angela De Falco – è stato un evento carico di “memoria” che induce alla riflessione, che fa capire l’importanza di ricordare e di fare memoria collettiva degli errori del passato per impedire che si ripetano sia in Italia che nel mondo. Piero ci ha consegnato una “memoria” terribile del nostro passato ed una testimonianza di grande dignità e, pur non dimenticando, capacità di perdonare”.

“L’animo umano, ne sono convinto – afferma il sindaco Carmine Esposito – ha dentro di sé spinte negative che sono difficili da contenere, che hanno portato a scrivere pagine di guerre, fatte da noi uomini… ma, fortunatamente, l’animo umano mostra anche grandi virtù, tanti momenti di generosità, di spontaneo altruismo, di straordinaria capacità di opporsi al male. Dobbiamo impegnarci a valorizzare tutto quello che nell’animo umano c’è di buono. Quello che ha raccontato Piero non va solo ricordato, ma deve essere parte di una memoria collettiva che permetta, oggi e in futuro, di evitare il ripetersi di quegli accadimenti”.

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