Sant’Anastasia – Somma V. Il consiglio approva la delibera “Zona Rossa”

sindaci somma allacco e sant'anastastasia esposito

Sant’Anastasia (Na). – La voce è distinta ma i contenuti sono gli stessi: la Regione Campania deve un ristoro economico per aver bloccato i territori vesuviani in zona rossa, occorrono azioni sinergiche tra gli Enti preposti per applicare fino in fondo la legge regionale 21, si deve adottare il Piano Strategico Operativo (PSO), permettere ai comuni di redarre un Piano Urbano Comunale (PUC) aderente alle esigenze di sviluppo e riqualificazione. Il Sindaco Raffaele Allocca e il sindaco Carmine Esposito, nel civico consesso congiunto Somma Vesuviana-Sant’Anastasia, tenutosi ieri sera, sono stati chiari e decisi: è una vergogna lo “stallo” che per colpa “politica” della Regione Campania dura da anni e condanna i paesi vesuviani. La Regione Campania deve ristorare i comuni, paralizzati dalla mancata approvazione regionale del PSO, che andava adottato entro i primi sei mesi dell’anno 2004 e che tiene “vincolati” i territori vesuviani esclusivamente alla  decompressione della densità insediativa.

Il Consiglio Comunale di Sant’Anastasia ha approvato la delibera con il voto contrario del capo gruppo PD Giovanni Barone, ora tocca al comune di Somma Vesuviana adottare la propria.

La delibera approvata prevede l’istituzione di un tavolo tecnico-politico di confronto con la Regione Campania, la Provincia di Napoli e la Protezione Civile, per rappresentare con urgenza gli effetti dell’attuale condizione normativa sullo stato del territorio e valutare in modo collaborativo e sinergico possibili modifiche legislative alla Legge Regionale n. 21/2003 dal titolo “Norme urbanistiche per i comuni rientranti nelle zone a rischio vulcanico dell’area vesuviana”.

Dovrà nascere un gruppo di lavoro comunale per approfondire tecnicamente (dal punto di vista geologico, vulcanologico, urbanistico, giuridico, ecc.) le questioni collegate al riassetto-sviluppo territoriale e alla riduzione del rischio vulcanico.

“Quando i Borboni non avevano più come fare per affrontare un problema dicevano “facimme ‘a mmuina”, quasi a voler attirare almeno attenzione, come dobbiamo fare noi di fronte all’assenza degli Enti sovracomunali, Provincia e Regione, a questa riunione  – ha affermato il Sindaco Raffaele Allocca – che, al di là delle appartenenze politiche, ci vede insieme ad affrontare un problema che incide sulle nostre comunità e su quelle dei comuni vesuviani compresi nella “zona rossa”, che da anni blocca qualsiasi forma di sviluppo dei nostri paesi. Faccio una sola domanda alla Regione per dire ampiamente tutto il problema: “quale forma di ristoro puoi dare ai miei cittadini in cambio dei vincoli che bloccano il territorio?” Abbiamo intrapreso molte iniziative, come ad esempio il progettare un risanamento dei grossi Regi Lagni per mettere freno al dissesto idrogeologico, ma di fatto non sono arrivati finanziamenti. Abbiamo i nostri prodotti tipici, stoccafisso, baccalà, frutta secca… Si potrebbero destinare i manufatti abusivi, costruiti a scopo abitativo, alle attività produttive, ad agriturismi. Non voglio cementificare, consentitemi di riqualificare i Centri Storici, il Borgo Casamale e di dare un sollievo all’economia. Sia Somma che Sant’Anastasia non hanno più una vocazione agricola, ma turistica. Noi possiamo fare un piano regolatore, ma come si fa senza il PTCP e il PSO? Siamo bloccati. Allora alziamo la voce e chiediamo una legge elettorale che ridia potere al cittadino elettore, in modo tale che il popolo che elegge può anche mandare a casa chi non fa gli interessi dei territori e del bene comune”.

“Chiedo al Sindaco – afferma Mario Gifuni (La Destra) – di rilasciare in modo provocatorio una concessione edilizia al di sopra degli Enti sovracomunali”.

“Stando alle ultime indicazioni dell’Avvocatura di Stato e della Direzione Regionale della Soprintendenza, in merito alla riapertura dei termini di condono per la Regione Campania, propongo – dice Ferdinando De Simone – una moratoria degli abbattimenti e l’adozione di una delibera di consiglio comunale in tema di sussistenza di prevalenti interessi pubblici contrari alla demolizione dei manufatti abusivi, come previsto dall’art. 31 del DPR 380/2001”.

“Va denunciata l’assenza della Provincia e della Regione su questo argomento che è il loro pane quotidiano, dato atto che, dopo le mie continue denunce sulla situazione di blocco totale dei nostri territori stretti da vincoli di tutti i tipi, qualcosa si è mosso anche a livello Regionale. Se finanche il Vescovo di Nola interviene a difesa delle abitazioni abusive costruite per necessità e invoca il fermarsi delle ruspe, vuol dire che la politica dal 2003 ad oggi non ha fatto ciò che doveva, c’è una irresponsabilità totale della politica e dobbiamo dirlo se vogliamo essere buoni amministratori. Noi dobbiamo e vogliamo adottare il PUC e vogliamo servirci delle norme vigenti per farlo con un organismo previsto dalla norma, com’è quello della co-pianificazione, cioè farlo insieme agli Enti sovracomunali. Vogliamo – dice il sindaco Carmine Esposito – applicare la legge 21 fino in fondo. Finora, invece, hanno messo i nostri territori in una condizione di attesa che è un’agonia! Ai nostri territori va riconosciuto che viviamo una situazione di svantaggio, per i vincoli che bloccano tutto. Allora ci diano i soldi per costruire vere vie di fuga e per tutto quanto è previsto dalla stessa legge 21 a favore della riqualificazione del territorio. Per iniziative come la regata America’s Cup i fondi sono stati trovati in poco tempo, come mai non sono stati trovati da anni i soldi per migliorare i nostri territori? E’ una vergogna! Lo dico con forza e determinazione: non voglio costruire case per abitazioni, assolutamente no! Intendo, fin da quando sono stato eletto, perseguire due obiettivi: ottenere tutti i benefici previsti dalla legge regionale 21 a favore del riassetto del territorio, a favore delle attività produttive, a favore del turismo, a favore della vivibilità e della crescita del paese. L’altro fronte è insistere perché sia cambiata la legge 21, che individua la zona rossa nei confini geografici e non nei confini scientifici rapportati al rischio Vesuvio. E’ questo il punto. E da questo nasce l’altra mio ragionamento: se il nostro è un territorio a rischio, allora perché non permettere l’abbattimento di case che certamente crollerebbero e farle ricostruire in modo antisismico per mettere in sicurezza i cittadini che vogliono vivere qui? Noi poniamo la questione basandoci su dati scientifici e su una indubbia certezza: il nostro dato demografico è stabile da anni. Siamo circa trentamila abitanti e, per qualsiasi motivazione si voglia trovare sia essa antropologica che storico-culturale, le popolazioni vesuviani hanno dimostrato che vogliono vivere qua. E allora dateci i soldi e gli strumenti previsti per fare le vie di fuga e migliorare tutto il territorio”.

Ufficio Stampa – Comune di Sant’Anastasia

 

Lascia un commento

Powered by ODDERS Communication Agency