Dal 16 novembre “Testigos del olvido” alla sala esposizioni Instituto Cervantes Roma

Kashmir, settembre 2009 pazienti psichiatrici ospedale Srinagar_di Juan Carlos Tomasi (1)

Roma. – Dopo Pechino, Madrid e Bruxelles, “testigos del olvido” [testimoni dell’oblio] arriva a Roma e presenta un’esposizione di reportage fotografici di fatti catastrofici avvenuti in otto momenti diversi e in vari luoghi del pianeta: CongoYemenHaiti,KashmirBangladeshMalesiaGuatemalaZimbabweColombia. Tutti questi scenari sono narrati dall’obiettivo di Juan Carlos Tomasi, e raccontati in maniera narrativa da otto grandi scrittori di lingua spagnola che, per l’occasione, hanno viaggiato fino agli angoli più misteriosi del mondo incontrando orfani, famiglie, esiliati. Le anime ormai perse. Tra gli autori, anche il Premio Nobel Letteratura 2010 Mario Vargas Llosa, che non ha mai abbandonato la sua condizione di cronista (maggio 2008 inviato in Africa, Repubblica democratica del Congo). Con lui, Sergio Ramírez (marzo 2009 adHaiti), Laura Restrepo (maggio 2009 nelle terre dello Yemen), Juan José Millás (settembre 2009 Kashmir indiano),John Carlin (settembre 2009 BangladeshMalesia), Laura Esquivel (novembre 2009 osservatrice del Guatemala),Manuel Vicent (gennaio 2010 in Colombia) e Leila Guerriero (a maggio 2010 chiude il viaggio nello Zimbabwe). Questa mostra raccoglie reportage pubblicati nel “PAÍS SEMANAL” (periodico del quotidiano “El País”) tra il 2009 e il 2010. L’allestimento include 169 scatti e racconta la realtà e la storia di grandi drammi economico-sociali-politici, per dare volto e voce a coloro che sono stati dimenticati.

«Otto sensibili scrittori sono testimoni dei maggiori orrori dell’umanità, fra terrore e oblio. Conflitti senza rimedio, violazioni quotidiane di diritti che trasformano la convivenza in una maschera d’odio - spiega Mario García de Castro, direttore Instituto Cervantes Roma - Sequestri, linciaggi, sparizioni, come otto eclissi di luna. Gli scrittori qui ci aiutano a diventare testimoni di milioni di persone che vivono in Africa, America Latina e Asia e che sono sempre più ignorate. Questo è il nostro ricordo per chi non ha consolazione. E così l’Instituto Cervantes accoglie con orgoglio questa mostra fotografica, per una vocazione della nostra istituzione che è assieme artistica e sociale. Noi non pretendiamo di convincere alla compassione. Non è quel che ci interessa. Noi vogliamo portare tutti a riflettere, ad agire. Se purtroppo persisterà l’orrore noi saremo qui a testimoniarlo».

A completare il ciclo di appuntamenti paralleli alla mostra “Testigos del olvido”, due tavole rotonde nella sala mostra dell’Instituto Cervantes in piazza Navona, in calendario rispettivamente il 30 novembre e il 12 dicembre alle 18. Nel primo incontro interverrà Gianfranco De Maio, responsabile medico di Medici Senza Frontiere sezione Italia che racconterà i retroscena di tante iniziative. MSF è un’organizzazione mondiale già Premio Nobel per la Pace nel 1999 e quest’anno festeggia il 40esimo anniversario delle attività. A dicembre, invece, si parlerà di letteratura e condizioni sociali dell’America Latina insieme all’attivista e giornalista messicana Lydia Cacho (in passato torturata dal governo perché ha rivelato business legati al circuito pedopornografico e ai narcos e che è stata liberata dal carcere dietro pagamento di una cauzione da parte di Amnesty International, che patrocina la sua visita romana) che il 25 novembre pubblica “Memorie di un’infamia” per Fandango Libriper la prima volta è ospite in Italia.

Comunicato Stampa

 

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