Sono le 8.46 dell’11 settembre 2001. Sul cielo azzurro di New York si abbatte il manto del terrore: il volo AA11, partito da Boston, si schianta contro la Torre Nord del World Trade Center. Si pensa a un incidente, ma solo 17 minuti più tardi, quando anche un secondo aereo, il volo UA175 anch’esso proveniente da Boston, esplode in diretta televisiva contro la seconda delle Torri Gemelle, il mondo capisce che gli Stati Uniti sono sotto attacco: «Attacco all’America e alla civiltà», titolava il Corriere della Sera il 12 settembre 2001. Ancora una volta, come a Pearl Harbor nel 1941, è una guerra non dichiarata. Il nemico è il terrorismo di Al Qaeda guidato dallo sceicco Osama Bin Laden. In tutto gli aerei dirottati dai 19 terroristi sono quattro. Il terzo, il volo AA77, decolla da Dulles, l’aeroporto internazionale di Washington, diretto a Los Angeles, e alle 9.43 colpisce il Pentagono. Meno di mezz’ora dopo il quarto aereo, il volo UA93, lascia l’aeroporto di Newark, vicino a New York, per San Francisco: i terroristi vogliono dirottarlo su Washington, per colpire presumibilmente la sede del Congresso, ma, dopo un’eroica rivolta dei passeggeri, il Boeing 757 si schianta in aperta campagna, a Shanksville, in Pennsylvania, alle 10.03. In tutto le vittime degli attacchi dell’11/9 saranno poco meno di tremila. Ecco come 20 anni fa i giornali e i siti raccontarono il giorno che avrebbe cambiato per sempre la storia dell’America e il mondo intero. L’America celebra il ventesimo anniversario dell’11 settembre con cerimonie solenni e commemorazioni che si svolgeranno in ciascuno dei tre siti in cui i 19 dirottatori di Al-Qaeda si sono schiantati con aerei di linea pieni, colpendo il cuore culturale, finanziario e politico degli Stati Uniti e cambiando il mondo per sempre. Al Ground Zero di New York i parenti leggeranno i nomi delle quasi 3.000 persone uccise. Verranno osservati sei momenti di silenzio, corrispondenti ai momenti in cui le due torri del World Trade Center furono colpite, e ai momenti in cui il Pentagono fu attaccato e il campo presso Shanksville, in Pennsylvania dove il volo 93 precipitò. Joe Biden e la first lady Jill si fermeranno in ciascuno di questi luoghi per “onorare e commemorare le vite perse”. In un videomessaggio di 6 minuti e 23 secondi Biden ha fatto appello all’”unità nazionale”: “Nei giorni successivi all’11 settembre abbiamo visto qualcosa di molto raro: un vero senso di unità nazionale. Abbiamo visto come l’unità è una di quelle cose che va mai distrutta. L’unità è – ha detto – la nostra forza maggiore: non vuol dire che dobbiamo credere tutti nella stessa cosa ma che dobbiamo avere rispetto gli uni degli altri e per questo Paese”.
A cura di Annachiara Ferranti