Napoli. Neonati: in Campania urgente riorganizzare la rete dei punti nascita

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Napoli. – Il dott. Francesco Messina, Presidente SIN Campania e Dirigente II livello Neonatologia e TIN Ospedale Evangelico Villa Betania di Napoli, chiede la costituzione di un tavolo tecnico

“Ogni bambino che nasce ha diritto agli stessi livelli di assistenza e di qualità nelle eventuali cure senza disparità nei punti nascita pubblici, privati o convenzionati della Regione”. Lo afferma il dott. Francesco Messina, Dirigente della Neonatologia e TIN dell’Ospedale Evangelico Villa Betania di Napoli e Presidente della SIN Campania, la Società Italiana di Neonatologia. Come già fatto nei mesi precedenti, come Società scientifica sollecitiamo la costituzione di un tavolo tecnico da parte della Regione Campania per affrontare i problemi  relativi alla rete regionale dei punti nascita e del percorso nascita, che garantisca gli stessi livelli assistenziali alle madri ed i futuri nascituri”.

Il Presidente dei neonatologi della Campania interviene in seguito al caso della neonata morta in Sicilia durante il trasporto in ambulanza, dove non esiste il trasporto neonatale dedicato con personale adeguato, mentre in Campania esiste e funziona bene.

La richiesta viene anche alla luce delle disfunzioni presenti e già segnalate nel sistema di assistenza neonatale della Campania, che mettono a repentaglio il buon funzionamento della Rete attuale e la salute dei bambini e delle madri e che fanno della regione una di quelle con mortalità neonatale e materna tra le più alte d’Italia.

Una regione in cui il traporto neonatale riguarda ogni anno il 2,5% dei nati (circa 1600/anno) a fronte di una media nazionale inferiore all’1%. “Per sostenere la qualità di questo ottimo servizio, attualmente indispensabile, va segnalata la necessità di risorse e mezzi adeguati, pur nell’ottica che l’obbiettivo finale debba essere una riduzione “fisiologica” dei trasferimenti , garantendo in loco l’assistenza necessaria al maggior numero possibile di neonati, come l’Accordo Stato Regione del 2010 prevede”, continua Messina.

In Campania a fronte dell’esistenza di 70 punti nascita (39 pubblici, 31  privati o convenzionati ), 22 strutture registrano un numero inferiore a 500 nati e sono inadeguate ad affrontare emergenze.

La maggioranza delle strutture di “Primo livello” manifestano evidenti incapacità a gestire anche patologie minori” – afferma Messina – “soffrono, in particolare, di un mancato adeguamento dei livelli di strutture Ostetriche-Ginecologiche con quelle Neonatologiche”.

Ma il primario dell’Ospedale Evangelico Villa Betania, il secondo in Campania per numero di parti, denuncia anche altre criticità come la mancata  centralizzazione delle gravidanze a rischio, con pochi e piccoli centri di Terzo livello; il sottodimensionamento delle TIN (le Terapie Intensive Neonatali) che sono piccole e mal distribuite, e tre delle quali anche senza punto nascita; organici dei medici strutturati ridotti e mal distribuiti e la carenza di posti letto chirurgici per neonati. “Da molti anni l’unico reparto nella Regione Campania in grado di accettare neonati con gravi patologie chirurgiche risulta essere la Rianimazione Neonatale  dell’Ospedale Santobono, dotata attualmente di 10 posti per la chirurgia più 20 di Patologia Neonatale. Un punto debole del sistema di assistenza neonatale che dovrebbe essere rivisto con urgenza. Pur essendoci in Campania tre reparti di chirurgia pediatrica, infatti, che ricoverano attualmente neonati con gravi patologie chirurgiche, questo è uno di quei casi in cui in passato il Servizio di Trasporto Regionale è stato costretto a trasferimenti fuori Regione”.

Infine,  la Campania soffre anche di una carenza, durante alcuni periodi dell’anno, quelli in cui c’è maggiore concentrazione di nascite, di posti letto in TIN, in particolar modo nella città di Napoli e la sua grande provincia, dove si registra un maggior numero di nascite (circa 30.000) nonché di gravidanze patologiche.

Riteniamo non più procrastinabile la costituzione e l’avvio di un tavolo tecnico tra la Regione e le Società Scientifiche interessate (Neonatologi, Pediatri, Ginecologi) per tentare di dare risposte adeguate il più rapidamente possibile”.

Redazione Cronaca

 

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