Cercola. Il Tar Campania annulla la Variante al PRG del centrodestra. Vincono WWF, Italia Nostra e Manzo

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Cercola (Na). - Il Tar Campania boccia la Variante al PRG.  La giustizia amministrativa finalmente si è pronunciata sulla Variante Generale alle norme tecniche di attuazione al Piano Regolatore Generale proposta nel 2010 da Mario Montella, ex assessore all’Urbanistica della Giunta guidata dall’ex sindaco Pasquale Tammaro. Diversi ricorsi furono presentati contro questo provvedimento approvato dalla Giunta e dal consiglio Comunale di Cercola, e di seguito ratificato dai vari organi provinciali , tra i quali l’ex Presidente della Provincia Luigi Cesaro. A difesa del territorio arrivarono l’anno scorso WWF, Italia Nostra ed il cittadino Gennaro Manzo,itre presentarono il ricorso contro questi provvedimenti amministrativi.

“Il Tribunale – così recita il dispositivo -  Amministrativo Regionale della Campania (Sezione Terza), definitivamente pronunciando sui ricorsi, come in epigrafe proposti, ne dispone la riunione e li accoglie e, per l’effetto, annulla gli atti impugnati, salvi gli ulteriori provvedimenti delle amministrazioni intimate. Condanna il Comune di Cercola e la Provincia di Napoli, in persona dei rispettivi legali rapp.ti p.t., al pagamento delle spese processuali, che si liquidano in complessivi euro 2.000,00 (duemila/00) in favore di ciascuna delle Associazioni ricorrenti, da porsi in ragione della metà a carico delle amministrazioni soccombenti. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa. Così deciso in Napoli nella camera di consiglio del giorno 6 giugno 2013 con l’intervento dei magistrati:Saverio Romano, Presidente; Paolo Carpentieri, Consigliere, Estensore Ida Raiola, Consigliere.”

Questo provvedimento fu  voluto a gran forza dall’assessore  – architetto Mario Montella e dall’ex sindaco Pasquale Tammaro ed ha tenuto banco nel dibattito politico cittadino per ben tre anni. Il Partito Democratico, con Salvatore Grillo in consiglio comunale, e con l’ex sindaco Ciro Maglione a battagliare sulla stampa, intraprese un’estenuante lotta politica con la vecchia amministrazione di centrodestra. Ed oggi Tammaro e company incassano un’altra sconfitta politica epocale,  dopo quella del rinnovo illegittimo del contratto al Direttore Generale, e dei bilanci “disturbati”. Una vittoria anche di Gennaro Manzo, attuale capogruppo al  consiglio comunale sansebastianese in quota a  “Il Popolo di San Sebastiano”, il quale rispetto al PD ha presentato, invece,  il ricorso in prima persona, in qualità di cittadino di Cercola.

“Nel merito – ecco parte della sentenza -  i ricorsi sono fondati e vanno accolti per l’assorbente fondatezza del primo motivo di ricorso, con il quale le associazioni ricorrenti hanno denunciato il vizio di violazione della direttiva C.E. 27 giugno 2011 n. 42/2001/CE, degli artt. 6 ss. del d.lg. n. 152 del 2006, dell’art. 47 della l.r. della Campania n. 16 del 2004 e dell’art. 2 del decreto del Presidente della G. R. della Campania n. 17 del 18 dicembre 2009, nonché vizi del procedimento ed eccesso di potere per difetto di istruttoria, in quanto la variante, incidendo sulla destinazione d’uso di molte zone (M7, M8, P1, P2, P4, C1, C2, C3, C4), modificando 21 articoli delle NTA e determinando un peggioramento delle dotazioni degli standard urbanistici, si configura come vera e propria variante generale che, a mente della richiamata normativa (in particolare, dell’art. 2 della dPGR n. 17 del 2009), doveva essere preceduta dalla valutazione ambientale strategica (VAS) o, quanto meno, dalla verifica di assoggettabilità a VAS. Fondato – continua lo stralcio della sentenza del Tar Campania  -  e meritevole di accoglimento, inoltre, risulta anche il primo punto del secondo motivo di ricorso, con il quale le associazioni ricorrenti hanno lamentato il contrasto della variante impugnata con la pianificazione paesaggistica vigente (atteso che alcune delle zone “C” interessate dalla variante ricadono nelle zone RUA – Restauro Urbanistico Ambientale – del PTP dei Comuni vesuviani, per le quali l’art. 13 vieta nuove costruzioni, con l’unica eccezione delle “attrezzature pubbliche”).”

La presunta speculazione edilizia contenuta nella variante bocciata, relativa alla liberalizzazione delle destinazione d’uso delle strutture insistenti nelle famigerate zone C4,  è stata chiarita dal giudice amministrativo. Altra querelle che ha animato, e molto duramente,  il dibattito politico cittadino di questi anni. “Il previgente art. 58  – recita il dispositivo del Tar Campania - prevedeva per la zona C4 (sottozona AMU) la riserva del 70% dell’area a “Servizi” mentre il restante 30% al terziario (ivi inclusi bar e ristoranti). In virtù della definizione recata nel vecchio art. 5 nel concetto di “Servizi” rientravano solo attività in qualche modo riconducibili agli standard urbanistici (istruzione, assistenza, cultura, attività di culto, parcheggi, etc.). Non può dirsi altrettanto a seguito della modifica operata agli artt. 5 e 58, per effetto della quale divengono destinazioni ammissibili, nella quota del 70%, “Servizi” quali 3a “pubblici esercizi (bar, ristoranti, pub, locali notturni) e 3d “artigianato di servizio e studi di artista”, nonché, 4 “strutture turistico ricettive” (cfr. art. 58), tutte categorie all’evidenza non riconducibili agli standard urbanistici. Risulta indubbio,- precisa il Tar Campania - dunque, l’impatto della variante non solo sulla destinazione d’uso dell’area in questione, ma anche sulla dotazione complessiva degli standard urbanistici. Così definiti i termini fattuali dei contenuti e dell’incidenza della variante oggetto di causa, la Sezione rileva che non pare dubitabile la natura sostanziale – e non meramente formale – di tali modifiche, che presentano una portata estesa e un’incidenza molto profonda su scelte, assetti ed equilibri strutturali del vigente piano regolatore generale.”

Ora il Comune di Cercola potrebbe presentare il ricorso al Consiglio di Stato contro l’annullamento di questa Variante al PRG. In verità resta una azione del tutto impraticabile dal punto di vista politico in quanto parte della nuova amministrazione comunale in carica – tra i quali Riccardo Meandro (Assessore all’Urbanistica), Vincenzo Barone (Presidente del Consiglio Comunale in pectore), Luigi Di Dato (Vicesindaco) -  votarono in consiglio comunale contro l’approvazione della modifica allo strumento urbanistico comunale proposto dal centrodestra. Resta in gioco il voto di astensione pronunciato all’epoca dai rappresentanti dell’API Vincenzo Fiengo – oggi sindaco -  e Salvatore Roffo – oggi assessore allo Sport. L’orientamento politico della nuova maggioranza, ed in particolare la forza di Italia Nostra e WWF accorse a difesa della collettività, non lascerebbe spazio e margini per una riconversione del risultato giuiziario della prima battuta.

Noi de “Il Secolo Nuovo” nonostante il vento tirasse altrove abbiamo dato, considerate le forti tensioni in città,  il nostro contributo, e non ci resta che essere contenti di aver ospitato su queste colonne la voce degl interessi della collettività. Anche questa pagina giudiziaria resterà nella storia politica di Cercola.

il direttore Gaetano Busiello

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