Mogli operai Fiat Pomigliano: domani volantinaggio alla FMA di Pratola Ponte

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Pomigliano d’Arco (Na). – Marchionne ha già chiuso Termini Imerese, e Arese (facendo business multimiliardario con la speculazione dei suoli in funzione dell’EXPO 2015). Sta delocalizzando gli impianti Italiani in est Europa ed USA. Si appresta a chiudere Pratola Serra, Grottaminarda e Pomigliano. Le fabbriche Fiat in Italia (e quelle collegate dell’indotto) sono da anni praticamente ferme con la produzione in funzione pochi giorni al mese (da Mirafiori a Cassino, da Pomigliano a Melfi, da Pratola Serra a Grottaminarda ecc.), con i lavoratori a sottosalario, in cassa integrazione, senza futuro e a serio rischio-licenziamento.

Monti è uomo della Fiat (per anni dirigente dell’esecutivo nazionale della Fiat insieme a Gianni ed Umberto Agnelli, Gabetti e Stevens) nonché speculatore finanziario della Goldman Sachs, una delle più grandi banche del mondo che generarono nel 2007 la crisi finanziaria con le “azioni spazzatura” (subprime). Col suo governo sta proteggendo la speculazione finanziaria internazionale e la desertificazione produttiva in Italia, prevista dal <vero> piano di Marchionne. Monti nei giorni scorsi ha dichiarato che…”il processo di delocalizzazione all’estero della Fiat consentirà in Italia l’avvio della produzione della componentistica dell’auto e dei veicoli commerciali nel triangolo Cassino, Melfi Pomigliano”… QUESTO NON E’ VERO perche già oggi una consistente parte della componentistica del settore è prodotta all’estero (Cina ed est europeo) e, come per la produzione veicolare, è un processo in progressiva intensificazione.

E’ questo il “piano” di Marchionne e del suo “socio” Monti e che CGIL-CISL-UIL, centrosinistra e centrodestra, fanno ancora finta di non vedere continuando a prendere per i fondelli i lavoratori !

A Pomigliano la newco Fabbrica Italia ha già prodotto un buco di bilancio di 28,8 milioni di euro e produzione e vendite della “nuova” Panda non decollano e manca una realistica prospettiva di incremento produttivo per consentire l’assunzione dei 2.500 lavoratori da anni in cassa integrazione per cessazione dell’attività di Fiat Gruop nonché il futuro occupazionale dei 2000 addetti nella newco FIP.

Ad Avellino la FMA è al collasso e la IRISBUS è in chiusura (nonostante quest’ultima sia l’unica fabbrica italiana a produrre autobus ed in Italia ne circolano 20.000 fuori norma rispetto agli standard europei in materia di emissioni inquinanti ed il governo italiano rischia, per questo, una multa di un miliardo e 700 milioni di euro dalla CEE).

“MONTI E MARCHIONNE SONO LE DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA: MOBILITIAMOCI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI”

E’ il titolo del volantino che domani distribuiranno ai cancelli della FMA le mogli operaie di Pomigliano, costituitesi in un comitato che sta riscuotendo un vasto consenso dalle altre mogli dei lavoratori in Campania ed Italia, da lavoratrici precarie, dei servizi e delle aziende in crisi. Donne che stanno riproponendo, con successo,  la  “questione operaia” da anni collocata ai bordi del nulla dal sindacalismo confederale e “trasversalmente” dall’intero quadro politico-istituzionale. Il successo dell’inedita <assemblea-donna> di Acerra di sabato scorso (foto e video su youtube slaicobas: mogli operai somigliano assemblea Acerra) è un “buon segnale”. Manifestazione che ha visto tra gli altri la partecipazione con significative performance teatrali del gruppo operaio E ZEZI, di donne della sinistra politica quali Rosita Silvestro CSP, Rosaria Traversa PCL, Giovanna Marri Sinistra Critica,  Letizia Mercadante precaria, nonchè Mara Malavenda esecutivo nazionale Slai cobas, Maria Molinari moglie operaio Fiat, Anna Solimeno operaia Fiat e, in conclusione, i saluti di Vittorio Granillo dell’esecutivo nazionale Slai cobas.


 

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