Cercola. Cittadella Sportiva Caravita, ombre sull’appalto. Megaristoranti, solarium e albergo in area sportiva. Sarebbero mancanti i requisiti di esperienza gestionale pregressa

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Cercola (Na) – La procedura di affidamento in concessione ventennale per la gestione degli impianti sportivi comunali di via Matilde Serao nel quartiere Caravita è  arrivata, ancora una volta, sotto l’attenzione di chi vi scrive. Diverse sono le criticità riscontrate da Il Secolo Nuovo, gli atti in nostro possesso sono già stati consegnati alle autorità competenti. Si parte dalla presunta mancanza della capacità tecnico professionale della Molinari Volley, la quale per garantirsi i tre anni di consecutività di gestioni di impianti similari fornisce alla stazione appaltante(Comune) un’esperienza gestionale della Cittadella Sportiva dal 2012 al 2015 ,guarda caso,  nel 2013 ci fu la revoca del Comune alla Fipav Campania della concessione per inadempienze contrattuali ( mancato pagamento fitto, criticità sulle assunzione di 5 LSU e criticità sulla manutenzione degli impianti ), invece, la Molinari Volley Ponticelli esibisce nelle sedute di gara una convenzione con la Fipav Campania di cessione di tutte le attività della struttura di Caravita dal 2012 al 2015, cessione vietata dagli accordi del 2009 Comune di Cercola /Fipav Campania. Megaristoranti con 200 posti a sedere, Solarium e piscina balneare con 150 posti, foresteria/ostello con 10 camere doppie: ecco alcune incredibili destinazioni dei nuovi interventi edilizi nella struttura  che fanno passare la cittadella sportiva  da una vocazione sportiva/pubblica a terziario commerciale/privato, sarebbe  in contrasto con le norme tecniche di attuazione del vigente Piano Regolatore Generale. Da non sottovalutare, come nei concorsi al comune, la mancata evidenza di un criterio di scelta dei commissari di gara. Insomma, un bel pasticcio in salsa cercolese. Suonano ancora forte le parole del sindaco Fiengo postate su facebook il 31 gennaio 2020, lo stesso giorno  dell’approvazione del progetto definitivo unitario da parete della  Giunta Municipale, progetto  presentato dai gestori della Cittadella Sportiva. Ecco cosa dichiarava il sindaco: “Ringrazio il nuovo gestore ( ma non è il vecchio gestore? Come risulta dagli atti di gara n.d.r. ) Un plauso  va alla mia Amministrazione  ed al mio assessore all’avvocatura (Liberato Terracciano) che ha recuperato i canoni della vecchia gestione ( ma non è anche la nuova  gestione)…. Un giorno importante per Cercola….” Fiengo ancora una volta esce male da questo impiccio.

SAREBBERO MANCANTI I REQUISITI PER LA CAPACITA’ TECNICO PROFESSIONALE PREVISTI  DALLA PROCEDURA. LA MOLINARI VOLLEY PONTICELLI PORTA IN GARA COME REQUISITO L’ESPERIENZA GESTIONALE FINITA CON UNA REVOCA DELL’AFFIDAMENTO DELLA CITTADELLA SPORTIVA DI CARAVITA. Il racconto di questa controversa vicenda sul fronte della discutibilità dell’affidamento in concessione ventennale  del complesso sportivo di Caravita al Consorzio Terzo Settore – Molinari Volley Ponticelli ha un vizio originario relativo alla presentazione dei requisiti tecnico professionali presumibilmente irregolari. Il capo 4 del disciplinare di gara ha previsto che il concorrente dovrà dimostrare:  “pregressa esperienza in gestione di impianti similari (pubblici o privati), almeno per tre anni consecutivi nell’ultimo decennio, con indicazione degli impianti gestiti, degli estremi dei contratti stipulati, della relativa durata e dei relativi importi, esito delle gestioni e/o sussistenza di contenziosi. “ Chi “porta” in sede di procedura di affidamento  tali requisiti è la Molinari Volley Ponticelli: tra le diverse  esperienze  citate e documentate  quella su cui si poggerebbe l’intera rispondenza al requisito, ovvero l’ammissibilità alla gara,  è quella, udite bene, dell’esperienza triennale relativa alla “gestione “ proprio della cittadella sportiva di Caravita. Mentre le altre esperienze citate e documentate dalla Molinari Volley non rispondono all’obbligo fissato nel disciplinare di gara , ovvero quello dei tre anni consecutivi  di gestione  di impianti multidisciplinari. Soltanto la presunta esperienza gestionale al centro sportivo di Caravita potrebbe garantire la continuità triennale di gestione richiesta dalla stazione appaltante (Comune di Cercola): pena esclusione. Ricordiamo ai lettori che la procedura per l’affidamento in concessione, durata 15 anni,  della cittadella sportiva di Caravita fu aggiudicata nel 2009 al comitato regionale campano della FIPAV, mentre nell’ aprile 2013 il comune rescisse il contratto per inadempienza contrattuale a carico della Fipav Campania, solo dopo sei anni si procedette a bandire nuova procedura di affidamento in concessione – nel 2018 fu anche espletata un ‘altra gara ma non risultarono vincitori -. L’esperienza gestionale della Fipav Campania degli impianti di via Matilde Serao, come  da convenzione tra Comune di Cercola e l’ente federale volleyistico campano,  doveva concludersi nel 2024, invece, per inadempienze contrattuali a carico della Fipav Campania  fu interrotto unilateralmente dal comune di Cercola nell’aprile 2013, determina dirigenziale n. 319 del 29 aprile 2013,firmata  dal responsabile del servizio sport del comune di Cercola Giuseppe De Rosa. Mancato pagamento del fitto per l’anno 2012, mancata assunzione di 5 LSU del comune e criticità sulla manutenzione degli impianti: ecco le violazioni contrattuali che   fecero capitolare il concessionario Fipav Campania .  C’è stata una coda al Tar Campania, che ha visto soccombere la Fipav Campania: a conclusione di un giudizio durato cinque anni. La Molinari Volley fornisce, dunque,  al comune di Cercola  una singolare convenzione,  stipulata  a maggio del 2012 tra la Fipav Campania, ribadiamo vincitrice nel 2009  dell’affidamento in concessione della cittadella sportiva di Caravita,  e la stessa Molinari Volley Ponticelli,  avente ad oggetto la cessione totale delle attività (fitto campi, attività di ristoro, attività di parcheggio, ecc) in cambio,di un azzeramento  dei costi di gestione: naturalmente, al comune di Cercola non ne sanno nulla, né c’è uno straccio di documento firmato dallo stesso comune. Tale convenzione presentata dalla Molinari Volley Ponticelli sarebbe in contrasto con la convenzione stipulata tra il comune di Cercola e la Fipav Campania il 14 dicembre 2009, a seguito dell’aggiudicazione definitiva dell’affidamento in concessione del citato complesso sportivo, l’art.12 di essa disponeva  quanto segue: “ E’ vietata  la cessione delle attività oggetto della presente convenzione, pena della sua nullità, mentre il sub affidamento  sono nel rispetto dell’art.118 del dls. 163/2006(vecchio codice appalti)” Quindi, le attività sub concesse alla Molinari Volley dalla Fipav sarebbero nulle, anche l’emersione del sub affidamento è chiaramente fantasioso perché dai  4 verbali di gara in  allegato alla determina di aggiudicazione n. 706 del 31 luglio 2009, relativamente all’affidamento in concessione degli impianti di Caravita,  non risulta traccia. La durata di questa, singolare,  convenzione è fissata dal 1 maggio 2012 al 31 maggio 2015 (guarda il caso, proprio tre anni consecutivi): non rinnovabile tacitamente, così dispone  l’art. 3 della  stessa e non è tacitamente rinnovabile. La Molinari Volley presenta solo questa convenzione, facendo intendere che non esistano proroghe a tale contratto. Quindi, il requisito relativo alla sussistenza della capacità tecnico/professionali richieste dall’art. del disciplinare di gara,  che ha determinato l’ammissione in gara e conseguente vittoria dell’ATI Consorzio Terzo Settore / Molinari Volley Ponticelli potrebbe essere clamorosamente  irregolare. Sempre , relativamente  al disciplinare di gara emerge una mancanza davvero inquietante per la credibilità delle istituzioni cittadine: manca l’esito delle gestioni, documento obbligatorio previsto dalla procedura di gara. L’esito della gestione della Cittadella Sportiva di Caravita doveva essere prodotto dall’ente proprietariodella Cittadella Sportiva , ossia il Comune di Cercola. Avrebbe dovuto relazionare in merito a questo obbligo Giuseppe De Rosa, responsabile di servizio allo sport del comune di Cercola ininterrottamente dal 2008 ad oggi, fu anche componente della commissione di gara del 2009: quindi, colui che , pagato dallo Stato non poteva non sapere. De Rosa è lo stesso che firmò la determina dirigenziale (n.319 del 13 aprile 2013) di rescissione del contratto/convenzione con la Fipav Campania per inadempienze contrattuali, relativamente alla gestione della cittadella sportiva. Manca anche l’esito del pagamento dei tributi che avrebbe dovuto presentarlo  il responsabile di servizio Luigi Pacella, lo stesso avrebbe dovuto relazionare certificando che ci sarebbe  stato un mancato rispetto dell’obbligo di pagare la Tares, di certo nel 2012 /2015 e , poi, proseguito probabilmente  fino all’indizione della gara di appalto. Lo scorso anno  Giuseppe De Rosa , però, ha fornito , tranquillamente, negli atti di gara per l’affidamento del Palaplatani,  - ANNO 2019 – un altro impianto sportivo cercolese di proprietà comunale,  l’esito “positivo” della gestione del Palasirio di viale dei Fiori (altro impianto sportivo locale) alla Vesuvius Project , squadra locale di basket, dove lo stesso De Rosa è stato addirittura dirigente o, forse,  lo è ancora: tale esito della gestione del PalaSirio era fondamentale  al fine dell’ammissibilità alla gara del Palazzetto dello Sport di viale dei Platani, Nonostante, però,  ci fossero anche delle criticità sul fronte del pagamento della Tari e delle utenze energetiche De Rosa si palesò. Perchè lo stesso responsabile di servizio non si “scomoda” per l’esito della gestione della Cittadella Sportiva di Caravita? Dulcis in fundo, la famigerata convenzione Molinari Volley/Fipav Campania relativamente alla cessione delle attività dell’appalto 2009, visionando  agli atti di gara, salta all’occhio la  mancata registrazione all’Agenzia delle Entrate dello stessa: omissione che porterebbe alla nullità dell’atto di subconcessione delle attività di un appalto in quanto tale obbligo  di registrazione all’Agenzia delle Entrate, pena nullità, è fissato  oltre che dalla normativa vigente, anche dalla stessa sub convenzione all’art.10 .

Le altre esperienze presentate dall’ATI Cooperativa Terzo Settore /Molinari Volley riguardano gestioni della Molinari Volley che mai raggiungono , dagli atti forniti alla stazione appaltante,  la triennale consecutività della gestione degli impianti sportivi. Pèrò è curioso sapere che la identica convenzione è stata presentata dalla Molinari Volley Ponticelli per la gestione  della Palestra Meriggioli al Palavesuvio: durata 1 maggio 2012 al 30 settembre 2012 (sei mesi). In realtà la Convenzione del comune di Napoli con il CONI/Fipav Campania  scadeva nel 2011 per la gestione di questo impianto comunale partenopeo: concessione poi prorogata  per altri due anni arrivando così al 2013. Non c’è traccia nella convenzione tra Fipav Campania e Molinari Volley del consenso del comune di Napoli, né del consenso del Coni. Anche questa convenzione non sarebbe stata registrata all’Agenzia delle Entrate. Dopo il 2013 le società che occupavano le palestre del Palavesuvio avrebbero gestito sine titulo gli impianti. Tra chiusure dell’ASL ed Universiadi, lavori e gare, non si è ancora pervenuto ad una stabilizzazione della gestione, fermo restando le indagini in corso delle autorità competenti. Pare che il Comune di Napoli abbia, comunque, contestato alla Fipav Campania “occupante” della Meriggioli  il mancato pagamento delle utenze e la mancata esecuzione di un piano di rientro di un debito contratto con il Comune di Napoli, fatti,tra gli altri,  che hanno contribuito probabilmente  alla decisione del Tribunale Federale del Movimento Nazionale della Pallavolo di sospendere per due anni   Ernesto Boccia,  il rappresentante regionale della Fipav Campania che ha firmato con Gennaro Nappo di Molinari Volley queste “strane convenzioni”. La Molinari Volley Ponticelli fornisce anche un’esperienza di gestione di due strutture del comune di Volla: una è lo stadio comunale Paolo Borsellino (dalla metà 2017 -  durata un anno e qualche mese -  però, ì manca anche la polifunzionalità) e della struttura comunale Gaetano Scirea, composta da  una tendostruttura polivalente e un campetto per bocce e tennis ( pare che non sia ancora aperta al pubblico, in quanto si dovrebbe completare la copertura della tendostruttura).

LA GIUNTA MUNICIPALE APPROVO’ PER LA CITTADELLA SPORTIVA IL PROGETTO DEL CONSORZIO TERZO SETTORE CHE PREVEDE MEGARISTORANTI, ALBERGO E SOLARIUM IN UN’AREA ESCLUSIVAMENTE AD IN TERESSE PUBBLICO A VOCAZIONE SPORTIVA. Leggendo le norme tecniche di attuazione (art.76) al vigente Piano Regolatore Generale vigente si evince che  la Cittadella Sportiva di via Matilde Serao a Caravita ricade nell’ARU 3, quindi, un’area urbana totalmente di proprietà pubblica. Tra i nuovi interventi edilizi ammissibili sono previsti solo quelli di attrezzature pubbliche, quindi ad esclusivo interesse pubblico. Il quadro normativo locale è molto preciso per le nuove volumetrie ammissibili ovvero quelle riconducibile alle aree C1/C2. Il Volume complessivo non può essere superiore a quello esistente a meno della nuova attrezzatura pubblica (C1/C2) destinata a telecentro. Naturalmente il telecentro non è previsto nel progetto dell’ATI Consorzio Terzo Settore/Molinari Volley Ponticelli, ma sono previste nuove volumetrie di attrezzature private: foresteria/ostello di 10 camere doppie, diversi bar, solarium con piscina balneare (area che ospiterà fino a 150 persone); megaristorante , annesso bar e deposito, che può ospitare dai 140 a 200 posti a sedere. Tale progetto troverebbe il  contrasto con le norme tecniche di attuazione del vigente PRG, però,  è stato approvato dalla Giunta Municipale di Cercola con propria delibera n. 10 del 31 gennaio 2020, diventando così un progetto unitario di riqualificazione della cittadella sportiva che passa clamorosamente  da vocazione pubblica/sportiva a privata/commerciale. Ecco precisamente cosa c’è nel progetto dei nuovi gestori: “Un’Area – così si legge testualmente nel progetto presentato dai gestori – Polivalente nelle sue Funzioni Estive ed Invernali, essa si compone di un’area Solarium con Piscina, Chiosco con Area Ristoro e Servizi anche a potenziamento di quelli esistenti e di un corpo prefabbricato di Docce e Cabine/Spogliatoi. La Piscina delle dimensioni di m 32,00 x 13,00 m è organizzata sia per bambini che per adulti avendo il fondo a quote diverse. L’area Solarium organizzata negli spazi circostanti la piscina avrà capacità di ospitare fino a 150 persone. Il Chiosco organizzato con un’area servizio ed un’area a deposito, si completa con i servizi igienici al pubblico e di un’area ristoro coperta, il tutto per una superficie complessiva di mq 136,50. Tale blocco è infine organizzato con una Foresteria per Atleti composta da 10 camere doppie, tutte complete di servizi igienici indipendenti e alimentate con sistemi di pannelli fotovoltaici e di solare termico.” Poi, in  un’altra zona della Cittadella Sportiva il progetto recita questa  proposta tecnica: “ Area Ristoro, una Palestra e con due Locali Deposito. L’Area Ristoro, realizzata ex novo, si articola attraverso un Locale Bar, una sala Ristorante/Mensa con annessa cucina, il tutto serviti da servizi/wc al pubblico, di un ambiente spogliatoio personale e di un locale deposito e di carico e scarico merci, il tutto per una superficie di 308,35 mq. Il locale Bar è posto nella parte prospiciente i parcheggi del Blocco “F/G” – Blu -, posizione volutamente scelta al fine di garantire un filtro tra lo stesso blocco parcheggi ed il ristorante/mensa, filtro ovviamente da intendersi in termine di socializzazione. Segue poi l’Area Ristorante/Mensa progettata per garantire il massimo comfort per gli ospiti, i cui posti a sedere variano da un minimo di 140 ad un massimo di 200.” Peccato per i gestori e per i novelli urbanisti approvatori di questo disastro urbanistico, ovvero coloro che si sono assunti questa responsabilità politica/amministrativa ( il vicesindaco Vincenzo Barone e gli assessori Liberato Terracciano, Diego Maione e Carla Acri) è arrivata in questi giorni una sentenza del Tar Campania N. 06432/2020 che mette in luce in modo evidente la differenza operata dal legislatore locale  nel PRG vigente chiarendo differenza tra attrezzature pubbliche e terziario commerciale. Il Tar Campania, infatti, esprimendosi su un ricorso presentato dalla Violante Costruzioni contro il diniego di una SCIA per un cambio di destinazione da attrezzature pubbliche a  studi commerciali, studi medici , sedi di società ewcc. presentato all’ufficio urbanistica e relative al palazzone costruito vicino alla piscina Magma Wellnwess, in area C1(esclusivamente ad interesse pubblico)  ha chiarito  quanto segue: “La scelta dello strumento urbanistico  - ecco quanto ha dispone il Tar Campania – mette in luce la volontà del Comune di porre separatamente le destinazioni correlate a un utilizzo precipuo, per lo svolgimento di attività rivolte al soddisfacimento di bisogni essenziali della comunità, normalmente anche se non esclusivamente disimpegnate da soggetti pubblici o soggetti al controllo pubblico (servizi postali e telefonici, servizi comunali della protezione civile, servizi finanziari, giudiziari, militari e della pubblica sicurezza: sottoclasse 5L, cit.).Rispetto ad essi, le attività professionali (studi professionali e sedi di società, istituti, fondazioni e simili: sottoclasse 6.b, cit.) denotano piuttosto lo svolgimento di attività di natura prettamente privata, con o senza scopo di lucro, attraverso l’offerta di beni o servizi da parte di società commerciali o di professionisti, ovvero mediante l’operato di istituti e fondazioni.In ragione di ciò non è predicabile che si tratterebbe in ogni caso di attività rivolte ad un fine pubblicistico, essendo le stesse ben individuate e scisse, svolte da soggetti non equiparabili tra di loro e rivolte al soddisfacimento di distinti bisogni della collettività.”

Manto in erba sintetica dello Stadio Comunale approvato nel progewtto unitario, non previsto dal bando. Quanti operatori sportivi non hanno ritenuto di partecipare perché tale previsione non era prevista nel bando di gara? Negli atti della procedura di affidamento in concessione è chiarito che si andava a gestire un campo in erba naturale, campo di gioco rifatto con i fondi regionali in quanto c’erano le gare delle Universiadi che si svolsero nello stesso periodo delle 3 sedute di gara (luglio 2019) per questo affidamento. Negli atti di gara, o meglio nel disciplinare di gara,  nel comparto Migliorie e Manutenzione Straordinaria non è mai stata previsto il cambio del manto di gioco dello stadio: a rafforzare tale tesi c’è la delibera di Giunta Municipale n. 5 del 19 gennaio  2018 che dava l’indirizzo al responsabile del servizio per la  stesura degli atti di gara avrebbe dovuto tutelare gli sport minori, in particolare l’atletica leggera. Invece, “stranamente” è stata approvato il progetto tecnico dell’ATI contenente il rifacimento del manto sintetico: fatto che , comunque, ha disatteso  la volontà dell’amministrazione comunale recepita dal disciplinare di gara, ma anche portato una diminuzione di spesa della manutenzione del campo di gioco di quasi 40.000€ annuali, parliamo intorno al milione di euro per i prossimi anni di gestione. Ci chiediamo : quanti operativi sportivi si sarebbero presentati alla gara se avessero saputo della possibilità di investire nel manto sintetico dello stadio comunale Giuseppe Piccolo? C’è sempre il mistero relativo al fatto che ad alcuni di mesi dall’enorme esborso (vicino al milione di euro?) della Regione Campania per il rifacimento del manto erboso si sia distrutto: polverizzando l’investimento pubblico. La responsabilità  in seno a chi ha fatto i lavori od ai gestori? Il circolo territoriale di Fratelli d’Italia di Cercola a gennaio 2020 segnalò al sindaco Vincenzo Fiengo, all’assessore al Patrimonio Diego Maione ed al responsabile dell’Ufficio Tecnico Lorenzo D’Alessandro le condizioni disastrose in cui versava  il manto in erba naturale  stadio comunale Giuseppe Piccolo, chiedendo di invitare al comune sia i gestori che la ditta che ha eseguito i lavori di rifacimento del manto in erba naturale al fine di individuare le responsabilità. Ma al comune fecero, comunque, orecchie da mercanti.

Nomina Autorità di Gara non trasparente, non si da evidenza di un criterio utilizzato per la scelta degli esaminatori. Tra i commissari di gara anche il tecnico che autorizzò il project financing del più grande impianto crematorio d’Italia in violazione del Piano Regolatore Cimiteriale. A porre altre amare riflessioni è stata anche la procedura adottata  per la nomina  dei componenti dell’autorità di gara, chiamati attraverso varie sedute a giudicare la validità e la legalità degli atti di gara. L’Autorità di Gara è stata nominata dal responsabile del servizio ingegner Lorenzo D’Alessandro, capo dell’Ufficio Tecnico Comunale e Responsabile Unico del Procedimento. Invece di utilizzare un percorso molto trasparente, facendo affidamento ad un avviso pubblico per esempio, considerato  anche il bene prezioso del comune – valore intorno ai trenta milioni di euro – che si andava ad affidare ha utilizzato tutta la discrezionalità possibilità invitando via pec, a mezza secca ( ossia molto puntuale) i tre nomi da inserire nelle caselle dei commissari di gara. Tra questi spicca il geometra Michele Saggese, responsabile a tempo determinato dell’Ufficio Tecnico del Consorzio Intercomunale dei Servizi Cimiteriali di Massa di Somma, comprendendo i comuni di Cercola, San Sanbastiano al Vesuvio e Massa di Somma, comune dove insiste fisicamente il camposanto. Saggese entrò in una discussione pubblica molto accesa, ci furono anche indagini a seguito di denunce di consiglieri comunali di San Sebastiano al Vesuvio , relativamente all’aver approvato il project financing per la costruzione dell’impianto crematorio a Massa con sei forni, diventando , poi, nel tempo il più grosso tempio crematorio d’Italia che avrebbe distrutto la vivibilità e l’economia di una vasta area ai piedi del Vesuvio. Per fortuna, dopo gli esposti e le sommosse popolari, i tre sindaci dei comuni del consorzio invitarono Giuseppe Gallo, ex sindaco e padre putativo politico di Fiengo, a ritirare quell’obbrobbio progettuale. Gli altri due componenti sono Antonio Viscardi , componente ufficio tecnico del comune di Pollena Trocchia, ente per il quale lo stesso D’Alessandro  ha collaborato ex legge 110 fino a qualche settimana fa,  e Michelangelo Gatta, componente dell’ufficio Tecnico di Massa di Somma. Un’altra curiosità interessante arriva dal fatto che i commissari di gara arrivano dai comuni che compongono l’Ambito Sociale n. 24 , dove lo stesso Consorzio Terzo Settore, consorzio di cooperative sociali, si aggiudica gare da tempo, in particolare quella milionaria per l’assistenza specialistica per le scuole di questi comuni.

SPARITA L’INFRASTRUTTURAZIONE UTILE ALLA PROTEZIONE CIVILE IN CASO DI ERUZIONE DEL VESUVIO.  Sarebbero violate anche le disposizione contenute nelle norme tecniche di attuazione (art.76) al vigente Piano Regolatore Generale che recitano testualmente: “Il programma dell’Area di Riqualificazione Urbana 3  prevede inoltre la realizzazione di una infrastrutturazione di base finalizzata alla necessità di rendere quest’area disponibile alle esigenze della Protezione Civile all’interno del piano di evacuazione previsto in caso di eruzione del Vesuvio.” Il comune di Cercola è in piena zona rossa ed è soggetto a presentare il piano di evacuazione in caso di eruzione del Vesuvio, vulcano attivo. Tale area , viste le dimensioni, doveva ‘prevedere un’area a servizio del Piano di Evacuazione del comune di Cercola, ma il progetto definitivo unitario presentato dall’ATI ed approvato dalla Giunta Municipale”magicamente” fa sparire questa previsione importantissima. Mentre prima, sotto gestione Fipav c’era un’area libera da ostacoli  , abbastanza ampia, da utilizzare come aiuto e centro di ospitalità per i mezzi di Esercito,  Croce Rossa Italia , Protezione Civile ed altre forze pubblichew che vengono chiamate per un’eventualità calamità naturale. Oggi, invece, quell’area è stata destinata, da bando di gara, a campo di calciotto e calcio a 5 in erba sintetica. Il tutto sarebbe in contrasto con la precisione ipotizzata dalle norme tecniche di attuazione al vigente PRG.

Il direttore Gaetano Busiello

 

 

 

1 Commento

  1. Giggi scrive:

    I responsabili di servizio ma quando se li portano erano tutte categoria C ora twitto categoria D …… che strano tutti al servizio di chi li ha promossi

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