Luigi Amendola: ”Il volontariato ambientale è conciliazione tra l’uomo e la natura”

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Arriva ai nostri taccuini Luigi Amendola, Presidente dell’
Associazione Guardie Ambientali d’Italia della Sezione Area Vesuviana,  e ci espone la genesi e il futuro di un‘associazione che lavoraquotidianamente con diligenza e passione sul territorio.

Come è nato il tutto? Come si riesce a interagire a tu per tu con l’ambiente?
“L’esperienza pregressa in qualità di socio presso una analoga struttura mi hadonato una visione completa di una organizzazione di volontariato soffermandomi principalmente sui punti critici.  La convinzione è stata sempre più spinta da questa passione che sento sin dall’età adolescenziale.  Tutto ciò che impattava e impatta contro la natura, econtro  il mondo animale mi arrivava dritto al cuore, facendomi sentire impotente.
Crescendo sono divenuto più razionale e una delle passioni le ho trasformate in atti concreti a disposizione dell’ambiente,  ma direi della natura più in generale, come il volontariato”.

Cosa rappresenta il volontariato ambientale ,oltre ad essere passione e amore per la natura?
“Rilsuta essere un aspetto noto quello relativo al ruolo volontariato  che  rappresenta, di fatto,   uno dei pochi pilastri su cui ancora si regge la nostra società, ormai  sempre più  fragile e  vacillante. In un ‘epoca in cui critichiamo duramente la perdita dei valori della nostra società, fortunatamente vi è un costante impegno da parte di molti giovani e una voglia di far del bene al prossimo cominciando appunto dalla grande risorsa ambiente. Il volontariato ambientale rappresenta per tali ragioni per questo una immensa fonte di conciliazione e di costruzione sull’asse uomo-ambiente. Attraverso il volontariato ambientale le persone acquisiscono ed esercitano competenze di leadership, di comunicazione ed organizzazione ampliando la propria rete sociale di riferimento. Certamente la qualità della vita di ognuno di noi ha un prevalente impatto  da un punto di vista psicologico. Se pensiamo alle nostre città spesso in emergenza rifiuti, martoriate da atti vandalici, da abusivismo di ogni genere, da situazioni che ci circondano più o meno intollerabili, lì principalmente si manifesta l’irrequietezza delle persone”.

La qualità ambientale di una città, a suo avviso, è il riflesso di quale aspetto?
“Credo che la qualità ambientale di una città sia il riflesso che si specchia nella sua qualità civile. Ecco perché le entità di civismo in una comunità hanno una questa incidenza rilevante sulla qualità della vita dei suoi cittadini. I semplici gesti che quotidianamente ci accompagnano, dei quali spesso li azioniamo di istinto e nemmeno ci accorgiamo di ciò che ruota intorno al nostro ambiente. In strada, sull’autobus, negli uffici, mentre si fa laspesa o si attende la fila;  mille sono le occasioni di incontro anche con la
cortesia e la maleducazione. Occasione che, rendono più piacevole o più pesante la vita quotidiana di ognuno, condizionano gli stati d’animo, generando allegria o malumore. La città quindi è anche lo specchio di chi la abita e, il fondamento di una buona città è rappresentato dalle virtù dei suoi abitanti”.

Guardie Ambientali è un decreto o una vocazione?
La vocazione non è né un rimedio né un decreto, è semplicemente una straordinaria cultura del rispetto verso la natura. Sicuramente dobbiamo
imparare un nuovo alfabeto: quello ecologico perché l’attaccamento dei valori giusti, del rispetto della natura, dell’ordine delle cose, un giorno possa riuscire a creare un individuo migliore e un futuro più roseo. Ce la stiamo mettendo tutta, insieme alle altre associazioni per contribuire al raggiungimento di questo indispensabile obiettivo.

Intervista a cura di Lucia Cirillo

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