I talebani si riprendono l’Afghanistan proclamando la rinascita dell’Emirato islamico

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Un ritorno al passato: era il 1996 quando i talebani conquistarono Kabul e uccisero l’ex presidente Mohammad Najibullah, imponendo il loro regine in Afghanistan, sotto il nome di “Emirato islamico dell’Afghanistan”. All’interno del regime vigevano regole disumane, alle donne era assolutamente vietato uscire di casa senza burqa e potevano lasciare le abitazioni solo in compagnia di un parente maschio. Inoltre era vietato loro di lavorare o ricevere un’istruzione, oltre all’apprendimento del Corano fino all’età di 8 anni. Gli uomini non potevano tagliare la barba; l’alcol era severamente vietato così come musica e film. Le punizioni contro i trasgressori erano raccapriccianti e pubbliche. Nel 2001 dopo l’attentato terroristico alle Twin Towers di New York, gli USA decisero di invadere l’Afghanistan, a causa delle basi di addestramento dell’organizzazione terroristica “Al Qaeda” guidata da Osama Bin Laden e dopo che i leader talebani si erano rifiutati di consegnarlo a seguito degli attacchi dell’11 settembre. Oggi, dopo quasi due decenni di combattimenti, le truppe statunitensi si sono ritirate dall’Afghanistan, riconsegnando il paese nelle mani dei talebani, che in pochi giorni sono avanzati senza alcuna resistenza, riconquistando Kabul, mettendo in fuga i civili afgani e annunciando la rinascita dell’Emirato islamico dell’Afghanistan.

Le università sono state già chiuse; alle donne è stato impedito di lavorare o di uscire di casa senza parente, così come i manifesti che le ritraggono sono stati coperti con della vernice sui muri di Kabul spezzando così la speranza di un paese in fioritura.

Di Claudia Esposito

 

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