Cercola. Cittadella Sportiva, l’ex sindaco Ciro Maglione, chiarisce che si può costruire solo il telecentro. No ai megaristoranti, albergo e solarium

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Cercola (Na)  - La redazione de Il Secolo Nuovo ha raggiunto telefonicamente l’ex sindaco del comune di Cercola, avvocato Ciro Maglione, fascia tricolore che ha dato l’indirizzo politico al progetto del PRG, ancora vigente, redatto dall’architetto Carlo Gasparrini. Maglione ha chiarito definitivamente la vocazione sociale e sportiva del centro sportivo di via Matilde Serao. Le nuove edificazioni miranti al far west edilizio volute dalla Giunta Municipale, in particolar dall’assessore ai lavori pubblici Vincenzo Barone e dai neogestori,  non sono previste nel PRG vigente.

A margine della pubblicazione del permesso a costruire, rilasciato ai gestori della Cittadella Sportiva di Caravita, relativamente alla costruzione, in un’area di interesse pubblico,  di megaristoranti capaci di contenere fino a duecento persone, solarium e albergo, chiediamo all’ex sindaco  avvocato Ciro Maglione, colui che ha disegnato nel 1998 il futuro urbanistico della città di Cercola, cosa è previsto dal vigente Piano Regolatore Generale nell’ARU 3 dove si sviluppa per intero il complesso sportivo di Caravita?

Ciro Maglione: “La vocazione sociale e sportiva dell’area periferica che insiste nel quartiere popolare , costruito con i fondi della legge 219/81, è evidenziata in modo chiaro nelle norme tecniche di attuazione al vigente Piano Regolatore Generale. Oltre a riqualificare , rimanendo nel perimetro delle destinazioni sportive, gli impianti già esistenti e non ancora ultimati, abbiamo ritenuto prevedere un solo tipo di nuova edificazione quella che avrebbe previsto la creazione di un tele centro – attività multimediali a servizio del telelavoro, della didattica, della cultura e dell’intrattenimento - capace, grazie all’accessibilità automobilistica e quella tranviaria prevista all’interno del Piano, di relazionarsi ai principali poli produttivi metropolitani e comprensoriali. Queste attività vengono ulteriormente valorizzate dalla previsione di recupero dei giardini pubblici esistenti e dalla loro connessione, attraverso un sistema di percorsi ciclo-pedonali, ad un parco didattico. Quindi, come è specificato nello strumento urbanistico Il Volume complessivo non può essere superiore a quello esistente a meno della nuova attrezzatura pubblica (C1/C2) destinata a telecentro. Inoltre, siccome siamo  stati dei lungimiranti abbiamo previsto anche  la realizzazione di una infrastrutturazione di base finalizzata alla necessità di rendere quest’area disponibile alle esigenze della Protezione Civile all’interno del piano di evacuazione previsto in caso di eruzione del Vesuvio. Non mi risulta che ci siano state in questi anni  varianti puntuali al Piano Regolatore Generale che possano consentire il cambiamento della vocazione sportiva e sociale per l’ARU 3 declinandola ad un commerciale terziario.”

Redazione Politica

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