Il sentimento anticasta coinvolge anche Piazza Italia e la sua politica pubblicitaria

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“Beati, quelli che non pagano l’Imu; esistono aziende che non cercano volontari?; Se mi bocciano un’altra volta, mi fanno consigliere”. Sono queste le parole provocatorie che accompagnano e lanciano la pubblicità del noto brand italiano.

Già da tempo, Piazza Italia sceglie per la sua campagna pubblicitaria volti di gente “comune”, ma, quest’anno, ha optato per il “pensiero comune”, cavalcando l’onda mediatica del sentimento anti casta e facendo leva sul pensiero della gente. Infatti,  esaltando il pensiero di quell’italiano medio, avrà un consenso maggiore.

La nota marca d’abbigliamento da sempre si rivolge ad un pubblico medio intercettando i suoi “bisogni” e, forse, strumentalizzando l’indignazione ed il sentimento anti casta a fini puramente commerciali, oppure ironici.

E’ pur vero che il mondo del marketing è, ormai, invaso da copie, storpiature e stranezze del fenomeno pubblicitario, ma è evidente che, quello del brand italiano, non vuole essere un esperimento di comunicazione, ma un semplice e sottile cinismo utilizzato per fini commerciali.

I modelli virtuosi e comuni che ci “parlano” dall’alto delle nostre città, sicuramente appiattiscono, non danno volume e colore alle differenze sociali: “Tutta la gente comune è onesta?”

I ragazzi e le ragazze della porta accanto non sfoggiano tutti cotanta bellezza e perfezione, ed è da qui che s’intravedono delle sbavature. Certo, non si può dire che la pubblicità sia passata inosservata, l’obiettivo è stato raggiunto, ma la gente comune su cui loro puntano ha imparato da tempo  a leggere tra le righe. Il popolo forse, non è poi così “ …” come sosteneva Trilussa,  il grande poeta romano.

 

Rosanna Della Fonte

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